Anita Sonego è stata eletta Consigliere Comunale nella Giunta guidata dal sindaco Giuliano Pisapia nel Giugno 2011. Sono seguite le dimissioni dalla carica di Presidente della Libera Università delle Donne di Milano. Pubblichiamo il suo intervento di saluto all'incontro del 19 giugno 2011


INTERVENTO DI SALUTO DA PARTE DI ANITA SONEGO



Nel momento in cui mi dimetto dalla funzione di Presidente della Libera Università delle Donne per l’oneroso impegno derivante dalla mia elezione a Consigliere Comunale, mi è impossibile non andare con la memoria alla nascita di questa associazione e alla sua storia.
Era il 27 ottobre 1987 quando con Pina Tessari, Rosella Gaudenzi entrambe decedute), Lucia Forlani, Leda Lorito e Paola Melchiori firmammo, presso una notaia, la nascita dell’Associazione per una Libera Università delle Donne.
Una nascita necessitata e quasi imposta da un nutrito gruppo di donne (tra cui la nostra amatissima Vanda Cimolin) che, dopo aver frequentato i corsi 150 ore post-obbligo, si trovavano senza un luogo dove confrontarsi e confrontare il “sapere costituito” con l’esperienza e il sapere delle proprie vite.
I verbali delle prime riunioni (numerosissime) a casa di Paola e poi delle assemblee, in consultorio (vista la mancanza di una sede) sono la testimonianza più calda della forza del desiderio, dell’energia, dell’utopia, della forza del credere in un sogno grande, come “in spe contra spem”.
Donne senza potere ma piene di determinazione e capacità di realizzare ciò di cui avvertivano la necessità.
In tempo di sconfitta volevamo mantenere gli spazi conquistati, la libertà acquisita, il cammino iniziato.
Ci sarà il tempo in cui qualcuno/a farà la storia della tenacia con cui donne non più giovanissime, uscite dal ruolo di madre e moglie, imposero ad alcune ex sessantottine femministe di creare una struttura che sostituisse il vuoto lasciato dall’arretramento operaio e dalla sconfitta dell’utopia straordinaria delle 150 ore.
Lì è la nostra origine e voglio ricordarlo oggi quando la LUD è molto cambiata, quando gran parte dei corsi o incontri non hanno più le caratteristiche iniziali e Milano si presenta come una città di macerie che ci pareva, fino a pochi mesi fa, priva di speranze e dove ora, in questi giorni, è esploso un bisogno di cambiamento, di impegno. La necessità di ricostruire una convivenza umana non subalterna al mercato e all’arroganza del denaro.
In questi 24 anni: senza denaro, senza potere, senza “entrature”, un gruppo di donne non solo è riuscito a mantenere in vita un luogo di confronto e di relazione, ha anche rappresentato (senza clamori, senza titoli sui giornali, senza riconoscimenti accademici o delle elite intellettuali che contano) non solo un luogo di resistenza, ma anche di elaborazione alta di un sapere aperto al mondo.
Le nostre pubblicazioni sono una testimonianza del lavoro fatto e voglio ricordare, accanto alle decine e decine di corsi sui vari ambiti del sapere (messi a critica dalle nostre vite), i convegni, i seminari, gli incontri su tutte le tematiche politiche che sarebbero diventate all’ordine del giorno negli anni successivi.

1993 – Convegno: “Donne del Nord – Donne del Sud: per una politica della relazione” ( i problemi inerenti il lavoro delle ONG e degli aiuti umanitari)

1994 – Convegno: “Riflessioni dal Cairo: conferenza ONU sulla questione della popolazione dal punto di vista delle donne”

1995 – Convegno: “Ripensare la maternità a partire dal confronto con modelli culturali diversi” (da questo convegno, che pone l’esigenza delle “mediatrici culturali”, nasce l’associazione “Crinali”)

1995 – Seminario a più incontri: “Islam e Islamismo: ne parlano le donne”

1995 – Convegno: “Dopo la conferenza di Pechino: pensare globalmente, agire localmente”

1996 – Seminario: “La rivoluzione Cyberg: le nuove reti di donne”

1997 – Seminario: “Riflessione sulle biotecnologie”

2000 – Seminario: “Globalizzazione ed economie del quotidiano”

2000 – Seminario: “La guerra e il silenzio delle donne” (sulla guerra nella ex Jugoslavia)

2001 – Seminario: “L’eredità del femminismo per una lettura del presente”

2002 – Veglia per la Palestina contro l’occupazione israeliana

Progetti di sostegno “In amicizia con le donne afgane”

2005 – Convegno. “Vite lesbiche tra realtà e immaginazione”

Seminario su “Paura/Sicurezza

Seminari con le giovani precarie

Seminari sul lavoro con Antonella Picchio, Cristina Morini, Maria Grazia Campari e molte altre economiste

Innumerevoli corsi e seminari su: scienza – poesia – letteratura – antropologia – musica – corpo/medicina – arte – filosofia – femminismo – pubblicità – cinema – uso del computer – scuola di video con Adriana Monti.

Cito solo e a memoria, alcune delle donne “eminenti” incontrate alla Libera Università delle Donne: Rossana Rossanda, Kalida Messaudi (Algeria), Parlamentari Afgane, intellettuali Palestinesi, Anita Desai, Mary Dely, poete e scrittrici italiane, Alina Marazzi con il suo “Un’ora sola ti vorrei”, Teresa De Laurentis, Manuela Fraire, Maria Luisa Boccia, Parlamentari Nord Europee ed Italiane.

Nel 2005 assieme ad alcune donne (Paola Redaelli, Maria Nadotti, Maria Grazia Campari…) ponevo il problema della necessità di un cambiamento nell’attività dell’Università per essere più in sintonia con quanto stava avvenendo a Milano e nel paese. Ponevo, cioè, la necessità di dar più peso a proposte “politiche” di riflessione e ricerca in relazione ai problemi sociali e politici nuovi.
Questa proposta fu vissuta da alcune come una minaccia ai “corsi” e da alcune come una interferenza “politica” in un ambito “culturale”.
L’anno dopo scoppia “Usciamo dal Silenzio” e finalmente l’Università delle Donne, aderendo a quelle mobilitazioni, si impegna in ambiti “politici”.

Da questo momento nascono gruppi “autogestiti” come il “Gruppo Scrittura” o quello “Le donne e lo Spazio Pubblico” e ci si apre alla collaborazione con altri gruppi (ad es. le “Venticinque undici”).
Da uno di questi gruppi esce il libro “L’Emancipazione Malata” sul tema del lavoro che viene presentato in tutta Italia come grande contributo di riflessione su una tematica particolarmente cogente.
Questa primavera la mia candidatura per le elezioni comunali (avvenuta, è vero, senza un confronto interno ma, come ho già spiegato, presa all’ultimo momento perché non avevo nessuna intenzione di sottopormi a questo tour de force) ha creato un grande e doloroso (almeno per me) conflitto per cui mi sono sentita additata addirittura come una “politicante”.
Tutto ciò è acqua passata ma chiedo a tutte noi di riflettere su:

  • La difficoltà delle donne a pensarsi nello spazio pubblico con libertà e con capacità di darsi valore.
  • Abbiamo teorizzato la necessità del conflitto e quando la esercitiamo tra noi diventa subito oscuro e distruttivo: perché??
  • Quanto della nostra storia ci impedisce di prendere realmente parola nello spazio pubblico?
  • Come mai anche noi abbiamo un concetto della politica tutta maschile (cioè per schieramenti) e questa riflessione l’ho fatta quando, alle ultime elezioni regionali, a Cernusco (luogo in cui ho lavorato una vita, dove credo di essere molto stimata dalle splendide donne della LUD che organizzano da anni gli incontri in biblioteca) non ho avuto nemmeno un voto! Potere degli schieramenti partitici al di là delle persone!?

Su questi temi sarei contenta di riflettere con voi.
Ora mi aspetta un altro impegno per cui provo un profondo tremore sia per la mia insipienza che per la mancanza di un “gruppo” e di una condivisione forte con le donne come è avvenuto per la nascita della Libera Università.

Io resterò sempre in relazione con voi e mi piacerebbe che le donne dell’Università mi fossero vicine in questa nuova impegnativa impresa.

5-10-2011